SPANNOLINAMENTO PRIMA DEI DUE ANNI: METODO
Abbiamo tutto in casa? Siamo pronti ad affrontare un
percorso difficile e pieno di insidie?
Bene. Partiamo!
Per prima cosa, qualche giorno prima dell’inizio, avvisate
il vostro bimbo quello che sta per accadere con gran gioia e felicità. Portate
con voi il bimbo a scegliere le
mutandine, fategli vedere che sono molto simili a quelle di mamma e papà e
fateli giocare con le stesse per fargli prendere confidenza.
Il giorno che decidete di iniziare sarà il punto di non ritorno: ricordatevi di non mollare o manderete in confusione
il piccolo. Non aspettatevi che vi dica dall’oggi al domani che deve andare in
bagno e men che meno che faccia pipì ogni volta che lo metterete sul wc, anzi a
volte si ribellerà del tutto e non ne
vorrà sapere nemmeno di andare in bagno.
Impostate dei momenti
fissi durante la giornata e se vedete che il bimbo non apprezza quel tal
momento sceglietene un altro, ma che rimanga sempre un appuntamento fisso
quotidiano. Per esempio: Emma viene messa sul wc alla mattina appena sveglia,
prima di uscire di casa, dopo il pranzo, dopo la merenda e dopo cena. Fra
questi momenti ci possono essere occasioni (rare) in cui dica lei stessa che
necessita di andare in bagno. Sono routine che ho studiato in base alle sue abitudini, ogni bambino è a sé.
Ricordate comunque che all’incirca dopo
20 minuti dall’assunzione di liquidi (circa due dita di un bicchiere) il
bimbo può già sentire lo stimolo di andare in bagno.
Non chiedete di
continuo al bimbo se deve andare in bagno! Vi dirà continuamente di “no”,
assicurato!! Questo bel periodo pre terrible-two è pieno di “no” e se viene
data al bimbo la possibilità di scegliere se andare o no, state certi che
sceglierà la seconda opzione. Avvisatelo
5 minuti prima che state per andare insieme in bagno a fare la pipì e che
una volta sul wc potrà scegliere che storia leggere. Per esempio: “Emma, quando
finisci di fare la torre con i legnetti andiamo in bagno a fare pipì! Ti leggo
una bella storia, se vuoi”. Mantenete la parola! E non preoccupatevi se non fa niente, non sgridateli. D’altronde, se
non scappa non scappa.
Cercate sempre di avere un sorriso 56 denti quando proponete il wc. Non fatevi vedere
arrabbiate o deluse ancora prima di avviarvi verso il bagno. Trovate scuse nuove di volta in volta per
convincerli specie se sapete che non ha bevuto molto nella mezz’ora precedente,
ma dovete comunque provare a fargli fare la pipì se prevedete di star fuori
casa almeno un'altra ora.
Mentre è sul wc meglio non continuare a dire: “dai, su! Fai
un pochino di pipì/cacca”. Intrattenete
il bimbo con un bel libro sullo spannolinamento, oppure con qualche
canzoncina, o per chi è d’accordo anche con il tablet. Deve capire che stare sul wc è piacevole e che si può anche fare
dell’altro mentre vi si sta seduti sopra.
Una volta fatta la pipì o la cacca nel wc festeggiate come se aveste vinto al
Superenalotto: “yeeeeee, weeeeee, yahooooooo, che bravoooooo!!!” e via
dicendo. Ricordategli sempre che cosa ha appena fatto e lasciate che impari ad
asciugarsi da solo con la carta igienica. Una volta sollevato dal riduttore fategli vedere cosa ha “prodotto”, un
bel saluto a tutto quanto e fate provare
il pulsante dello sciacquone (con applauso al seguito, naturalmente).
Se ancora non sa pronunciare le parole “pipì” o “cacca”, non
preoccupatevi. Trovate piuttosto un
gesto che possa essere facile per il bimbo da rifare e da mostrarvi ogni
volta che necessita del wc. Emma dice “cacca” per tutto e a volte, quando non
avvisava ancora, si notava che era in procinto di fare qualcosa da come
posizionava le gambe, oppure perché si toccava il sederino. Studiare bene gli atteggiamenti e le
abitudini dei bimbi è il minimo per avere un buon successo in questa
esperienza.
Quando fa la pipì per
terra, mostrategli quello che è successo e ripetetegli che non si fa lì, ma
sul wc e che ogni volta che sente che sta per arrivare lo stimolo lo deve dire
a voi o a chi con lui. Non demordete,
continuate a ripeterlo all’infinito. Durante la giornata provate a chiedere: “ti ricordi quello che devi dire alla mamma
se ti scappa la pipì o la cacca?”, ma non insistete nel chiedere “devi
andare in bagno?”. Portatecelo. Punto.
Questione cacca:
più difficile da vedere esternamente alla mutandina perché non ha il classico
effetto “pozza”, ma più facile da percepire per lo sforzo che deve fare il
bimbo. Se, per esempio, gli scappa mentre è in piedi, vi accorgerete che è in
procinto di produrre perché piega le gambe oppure perché è anticipata da
qualche puzzetta. Alcuni bimbi diventano
paonazzi, altri già a questa età vanno a nascondersi dietro ad oggetti.
Emma se l’è fatta addosso forse 3-4 volte, perché le altre sono sempre riuscita
a far in tempo ad arrivare sul wc.
Quando bisogna uscire
i primi giorni può salire il panico. Ecco allora che vengono in aiuto le mutandine allenatrici Bright Bots.
Salvano dalla pozza lasciando comunque al bambino la sensazione di bagnato. Portate sempre con voi un riduttore per
wc portatile, una confezione di salviettine umidificate per il sederino e
dell’amuchina in spray. Così facendo sarete pronte ad ogni evenienza.
Tabella delle
abitudini: su questa segnavo ogni volta che faceva pipì (sia per terra che
nel wc), ciò che aveva bevuto prima e dopo quanto l’aveva fatta. Verso la
terza/quarta settimana ho iniziato a scrivere anche le volte in cui avvisava
per andare in bagno. Fatela compilare a
chiunque segua il vostro bimbo. Ecco la tabella che vi propongo secondo quanto ho sperimentato.
Una cosa che non
farei è spannolinare se il bimbo sta andando all’asilo, per due motivi. Il
primo sono le maestre: non lascerei a loro anche questo ingrato compito. Il
secondo sono i compagni di classe: molto probabilmente ci sono bimbi più grandi
che ancora portano il pannolino e il nostro bimbo potrebbe non volerne sapere
di toglierlo.
Una volta terminato
lo spannolinamento diurno, ho iniziato a levarlo anche al pisolino pomeridiano, dato che trovavo
spesso il pannolino asciutto. A volte capita che magari non faccia pipì dopo
pranzo, perché irritata o troppo stanca e così capita che me la faccia nel
lettino. In un mese è capitato solo due volte.
Può capitare che
facciano ancora pipì nelle mutande specie se sono molto impegnati a fare
qualcosa che per niente al mondo vogliono lasciare. A volte magari capita anche
che siano incantati a guardare un cartone ed eccola lì, la pozzanghera
malefica. Solo ultimamente, dato che ora sa bene come avvisarmi quando le
scappa, ho iniziato a sgridare Emma per le pipì perse in giro qua e là.
Il percorso non è per
niente facile così piccoli, molte volte può balenare l’idea di mollare
tutto e riprovarci più avanti, ma se avete una forte convinzione e la necessità
di levare il pannolino, come nel mio caso, allora non demordete. Fate in modo
che chi vi sta vicino e segue con voi il bambino vi sostenga e vi aiuti a non arrendervi. Fate provare anche ad altri della famiglia il percorso dell’addio
al pannolino, perché ci potrebbe essere il rischio che voglia andare su wc solo
con la mamma.
Fortunatamente ho una cara amica che a suo tempo aveva fatto
lo stesso percorso con la sua bimba e che ha saputo passarmi un sacco di utili
consigli. Grazie ancora Eli.
Questo è quanto ho potuto imparare dallo spannolinamento di
Emma. Credo che alcuni spunti possano essere utili, ma ricordate che la cosa
più importante è studiare le abitudini del bambino e tenere un atteggiamento
fermo e deciso, senza dubitare!
Fatemi sapere la vostra esperienza! Tutto è utile!!
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